Solo un film

L’ambizioso progetto della Disney, di portare nelle sale un film l’anno, continua con financo un’accelerazione: Solo: A Star Wars Story esce a maggio invece che a Natale.
Fino ad oggi non è stato un problema, ma, come ci insegna Woody Allen, fare un bel film l’anno non è facile, anzi…
Star Wars non si sottrae a questa regola, nonostante l’universo da cui può attingere e le ingenti risorse economiche, ma è in buona compagnia con i film dispari della saga di Star Trek.

Questa volta ci troviamo a vagare nella giovinezza di Han Solo, uno dei personaggi più riusciti della saga, a cavallo tra il guascone, l’eroe, il rubacuori  e il menefreghista… un eroe vecchio stile insomma che ha trovato la chiave dl suo successo nell’uomo che lo ha incarnato, quell’Harrison Ford che ha fatto la fortuna anche di Indiana Jones, e non è un caso.

Ci troveremo quindi di fronte alla nascita dell’amicizia con Chube, con Lando e con altri e di come Han si sia “guadagnato” il Millenium Falcon, di come si sia formato il suo carattere e persino da dove è uscito il suo fulminatore dalla foggia del tutto particolare.
Tutto molto bello, ma…

Iniziamo da Alden Ehrenreich: il simpatico carneade sarebbe più adatto a vestire i panni di un Buzz Lightyear con il suo mascellone squadrato e la sua presenza da bambolotto sorridente sullo schermo. Siamo lontani anni luce, o parsec se la vogliamo dire in stile, dalla sua versione “anziana”. Non riesce a trasmettere l’ironia, né a bucare lo schermo, ruolo in cui, invece, Woody Harrelson riesce benissimo.
Donald Glover, figlio del grande Danny, è Lando, un personaggio insulso quanto l’originale, preoccupato più di essere dandy e di presentare il suo androide femmina (questo sì, un orpello alla Jar Jar Binks) e poi Emilia Clarke la componente romantica dell’equazione.

Scene spettacolari sparse in giro, un villain di tutto rispetto anche se un po’ sopra le righe, grandi effetti, ma sempre sotto l’egida della necessità continua di spiegare ogni singolo passaggio della vita di Han Solo, senza mai catturare la vera atmosfera di Guerre Stellari, di fatto potrebbe essere uno Scontri Stellari Oltre la Terza Dimensione girato con molti soldi.

Solo segna il primo vero passo falso del nuovo corso di Star Wars, un film molto disneiano e molto “costruito”, girato anche piuttosto scolasticamente a dispetto, o forse proprio per questo, del Ron Howard piazzato dietro la cinepresa. Non prende al cuore, non ti tuffa in quel fantastico universo, sarà che la Forza non viene nemmeno menzionata? Non ha la luccicanza!