Terrorizers: un gioco a incastri dall'atmosfera avvolgente

Da Taiwan arriva Terrorizers, diretto da Ho Wi-ding e presentato nella Selezione Ufficiale della 16esima Festa del Cinema di Roma. Una storia corale, ambientata a Taipei. Qui si incrociano le strade e i destini di sei personaggi, apparentemente slegati da qualsiasi connessione, se non il fatto di vivere nella stessa città e nel medesimo tempo. Man mano che le vicende prendono vita, ciascuno entrerà in contatto con l'altro, per via di una particolare convergenza di eventualità

Ming Lang (Po-Hung Lin) è un appassionato di videogiochi, in particolare di un FPS (First Person Shooter), ed è perseguitato dalla giovane Kiki (Ai-Ning Yao), cosplayer sfegatata. Yu Fang (Moon Lee) e Monica (Annie Chen) sono amiche, unite da un amore per la recitazione, se non che la prima può contare su una sorta di quotidianità normale – di cui entrerà a far parte anche il fidanzato Xiao Zhang (J.C. Lin) – mentre la seconda deve combattere col suo passato. Infine c'è Lady Siaoh (Ning Ding), massaggiatrice che vive in solitudine.

L'atmosfera è il vero punto di forza di Terrorizers, che avvolge lo spettatore e lo porta in prima linea, schierato al fianco dei personaggi. Il mood delle vicende sfiora il distopico,  sebbene siano saldamente ancorate alla realtà e alla società attuali. L'universo dei Social e la violenza che ne può scaturire, se a servirsene è un giovane senza determinati strumenti –  come per esempio una situazione familiare stabile –  appaiono cruciali ai fini delle dinamiche narrative.

Tutto, o quasi, dipende infatti dal gesto estremo compiuto da Ming Liang, ma dietro questo ci sono situazioni altrettanto complicate. Yu Fang finisce per essere un obiettivo politico, ma è solo un'adolescente che sogna di diventare attrice. Così come Monica, che deve purtroppo affrontare le conseguenze di un passato alquanto travagliato, ma probabilmente non scelto e dettato dalle necessità. 

Le figure in campo si somigliano; ciascuna di loro sembra essere in una fase particolare della sua esistenza, a cui si aggiunge la normale routine. Il rapporto tra genitori e figli, le relazioni d'amore, i sogni nel cassetto.

In simili opere è il gioco di incastri quello che intrattiene e appassiona maggiormente. Terrorizers riesce nell'intento di costruire una tensione crescente, della quale si attende l'apice quasi con trepidazione. Fondamentale l'utilizzo e la resa dei colori dati dalla fotografia, cupa, soffusa, accentuata, a seconda dei momenti del racconto. E splendida la scelta delle musiche che accompagnano le immagini, rendendo alcune scene degne della poesia più dolce che esista al mondo.

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