The Predator: Preda o cacciatore?

Sono passati 30 anni dal primo film e oramai le carte in tavola sono state ampiamente calate dalla versione di Antal. Si torna ora alle origini e chi meglio di Shane Black (l’uomo di Arma Letale e tanto altro ancora) per farlo?
E’ riuscito a rivitalizzare persino Iron Man dopo il semi flop del secondo film.
Mission accomplished!

La formula è di quelle classiche super rodatissime con un twist buttato la’ per fare colore. L’unica vera innovazione è che l’eroe è un underdog vero, anche come attore, tale Boyd Holbrook che ancora sta accendendo ceri in chiesa per la fortuna piovutagli dal cielo. Vicino figlio autistico stile Codice Mercury, che fa tanto tendenza, e moglie “very American”: bionda, carina e che spara.
Coprotagonista Olivia Munn, che dopo la Psylocke di X-Men voleva un film di azione vero.
Cocktail classico. A supporto dell’eroe una squadra di anti eroi, ma tutti animati da patriottismo: marines con disturbi della personalità dalle facce note, tipo Thomas Jane.
Poi servizi corrotti e il Predator, anzi no, facciamo due!

Miscelando leggende metropolitane stile Area 51, alieni, botte da orbi, armi varie e un paio di bidoni di sangue con qualche sbudellamento a corollario, Shane ti porta a casa un onesto reboot in cui ti dimentichi persino che non c’è più Schwarzy a sbrogliare la matassa.
Il finale è un po’ tirato per i capelli, l’eroe alla fine viene quasi voglia di dargli un calcio dove fa più male per quanto è privo di carisma, ma ci si diverte.

Effettacci vecchia scuola uniti a CGI moderna, niente di stratosferico, una regia solida e qualche battuta, anche se non siamo ai consueti livelli di Black che ci ha abituato a ben altri dialoghi, ma aveva ben altri attori.