Thor - Ragnarök: Scusate... ma è più forte Hulk o Thor?

Diamo a Thor quello che è di Thor… è riuscito a trasformarsi radicalmente da un film all’altro, migliorando sempre.
Il primo di Brannagh era una sorta di tragedia shakespeariana mancata la cui unica cosa memorabile era lo scontro con il Distruttore (molto kirbiano).
Il secondo ha virato decisamente sulla fantascienza, uno pseudo Star Wars imbottito d’azione che fa il suo lavoro ammiccando ad Avengers.
Il terzo è un’action comedy in sintonia con I Guardiani della Galassia, anche nell’ambientazione, dove la battuta, il frizzo e il lazzo sono la spina dorsale di due ore d’intrattenimento in cui Hulk svolge il ruolo chiave sia di spalla comica che di pseudo antagonista.
Insomma ognuno è quasi un universo a se e tutto per arrivare al finale di questo capitolo “cinematic universe” che si consumerà nei prossimi 2 anni con i due film degli Avengers.

Partiamo dal regista Taika Waititi, una sorta di scommessa visto che non ha mai avuto in mano nulla con un simile budget, ma che si è rivelato l’uomo giusto per gestire quest’ennesima svolta.
Poi l’antagonista… per fronteggiare Thor non si poteva sempre fare affidamento sui giochetti di Loki, alla fine non sarebbero più credibili (come lui stesso constaterà durante il film), e non si poteva certo mettere qualcuno senza il dovuto spessore e soprattutto la necessaria potenza… ecco quindi Hela, dea della morte, qui rivisitata come figlia primogenita di Odino e non più sorella di Loki. Una sorta di macchina inarrestabile, decisa a conquistare tutto e tutti eliminando ogni ostacolo, in primis i fratelli.

L’umorismo del film risiede nei contrasti. Thor e Hulk costretti ad essere dei gladiatori su un mondo disperso chissà dove e, da buoni maschi alfa con troppo testosterone, impegnati a stabilire chi ce l’abbia più lungo.
Thor e Loki, fratellastri loro malgrado, con il loro rapporto amore e odio che fa da motore a siparietti comici, ma anche alla trama stessa del film.
E poi Jeff Goldblum in un ruolo che sembra cucito apposta per lui, signore di un mondo di rifiuti in cerca di eroi da adorare.

Il film è gradevolissimo e decisamente per tutti, la virata Marvel che ha spinto l’acceleratore sulla commedia, è servita essenzialmente ad allargare la forbice degli spettatori. I puristi storceranno il naso, ma tanto l’avrebbero fatto comunque visto quanto siamo lontani dal fumetto, ma sono una fetta che conta poco: si lamenterebbero comunque, ma saranno sempre in sala a dispetto di tutto. Quelli che si vogliono catturare  sono gli altri spettatori, quelli che non sono attaccati al “canone”, che non hanno letto 300 albi e che non hanno idea di chi sia Beta Ray Bill, quelli che sono veramente numero si e che fanno levitare gli incassi.

Quindi tutti in sala, il re è morto, viva il re!
O se preferite alla romana… morto un papa se ne fa un altro.