Titanic versione militare: la strana storia della USS Indianapolis

Pochi forse sono a conoscenza del drammatico episodio avvenuto nel Luglio 1945, avente come protagonista la nave veloce USS Indianapolis, impiegata per una missione top secret ovvero portare la bomba atomica nelle Filippine e lì consegnarla a chi, pochi giorni dopo, l'avrebbe sganciata su Hiroshima. Missione andata a buon fine se non fosse che, completamente sola, senza scorta, lungo la strada del ritorno – nota per essere pericolosa a causa della presenza nemica -, un sommergibile giapponese intercettò la nave e la silurò. Costretti ad abbandonare la USS Indianapolis, gli uomini dell'equipaggio, 1197 totali di cui alcuni perirono durante le esplosioni, rimasero per ben cinque giorni senza acqua né cibo, in balia delle onde e soprattutto degli squali famelici, ma sempre protetti e sostenuti dal capitano McVay, interpretato da Nicholas Cage.

879 morti, 317 sopravvissuti. I primi furono davero troppi e la gente si aspettava spiegazioni, motivo per cui serviva un vero e proprio capro espiatorio che fu individuato nella persona del malcapitato capitano McVay, accusato di non aver dato in tempo l'ordine di abbandonare la nave e di non aver “zigzagato”, manovra tecnica che permette di evitare i siluri lanciati dai sommergibili. Per farla breve McVay, pronto a rimanere in mare pur di assicurare la salvezza dei suoi uomini, fu condannato e, dopo aver ricevuto minacce telefoniche per mesi ed aver perso la moglie, si tolse la vita. Durante il processo a suo carico intervenne in sua difesa anche il capitano Hashimoto, al comando del sommergibile che colpì e affondò la USS Indianapolis, il quale nel corso degli anni si è impegnato per difendere l'operato del “collega”. Solo negli anni '90 il Presidente Clinton riabilitò completamente il nome di un uomo che, a tutti gli effetti, può essere considerato un eroe.

Ma passiamo al film: un coraggioso e volenteroso tributo alle vittime di questa immane tragedia che Mario Van Peebles ha realizzato mescolando un'accurata ricostruzione filmica con immagini di repertorio e aggiungendo, sui titoli di coda, le testimonianze di due superstiti ormai anziani.

Il film vede la luce dopo anni di dettagliate ricerche tra i sopravvissuti, che ogni anno si riuniscono e sono tuttora molto legati tra loro, gli atti giudiziari, i documenti storici e la Marina Militare americana e dimostra da subito il nobile intento di riportare alla ribalta una storia travagliata e controversa.

Ma la prima parte è abbastanza disastrosa, senza mezzi termini. Da Nicholas Cage - mostro sacro di Hollywood nonché premio Oscar, che qui appare meno espressivo del solito, imbolsito e palesemente “rifatto” - agli effetti speciali iniziali, le cui esplosioni risultano assai modeste per quanti ormai sono abituati alle magie digitali del cinema americano, fino alle sequenze dell'affondamento che ricalcano in tutto e per tutto il celebre kolossal di James Cameron, Titanic. L'acqua che arriva nei corridoi, i due intrappolati dietro le grate e la chiave che cade sott'acqua, la nave che si inclina e conseguentemente gli uomini che scivolano verso il mare, la poppa in aria con le persone appese alla battagliola, lo scafo che si inabissa...insomma, se il regista pluripremiato per il suo Titanic accusasse Van Peebles di plagio, non avrebbe tutti i torti.

Fortunatamente il film subisce una vivace impennata nella seconda parte, quella legata alla sopravvivenza dei superstiti, al ritrovamento degli stessi da parte del coraggioso capitano Marks e relativa al processo. Il finale drammatico e commovente utilizza, come stoccata finale, le parole di due anziani sopravvissuti che parlano di una delle più grandi tragedie della storia navale americana.

Girato tra Alabama e Golfo del Messico, USS Indianapolis vanta degli squali meccanici davvero sorprendenti realizzati da Walt Conti, fondatore della Edge Innovation nonché candidato all'Oscar: a grandezza naturale e collegati a cavi che li spostavano di continuo, gli animali meccanici sembravano talmente veri che le remore, i pesci che si attaccano alla pancia degli squali, hanno provato ad attaccarsi anche a questi fac simile!

Nonostante le pecche iniziali del film, l'intento di rendere giustizia a tutti i membri della USS Indianapolis, troppo a lungo infangata dal Presidente Truman e da chi acconsentì a riversare le colpe su McVay, è chiaro fin da subito e lo testimonia anche il ricorso di regista e produttori ai superstiti che hanno presenziato alla lavorazione del film, parlando con i giovani attori e arricchendo le loro performance con i propri, drammatici racconti. Il privilegio di avere avuto questi eroi sul set è innegabile e il film, pur con le sue falle – per rimanere in tema navale – ha il pregio di puntare l'attenzione su un fatto meno conosciuto di altri eppure ugualmente drammatico.

Emozionante e commovente, una storia di sopravvivenza resa ancor più vivida dal suo essere realmente avvenuta.

Un buon titolo estivo.