Trafficanti

Il regista della trilogia di Una notte da leoni torna dietro la macchina da presa per dirigere Trafficanti, una action comedy graffiante e divertente, ispirata a fatti realmente accaduti.

I protagonisti che danno il titolo al film sono Jonah Hill e Miles Teller: il primo, chiassoso ed esuberante uomo d'affari, il secondo, spiantato massaggiatore professionista in attesa di una figlia dalla sua compagna, l'attrice Ana de Armas.

Quando si rivedono ad un funerale, diventare soci sembra la cosa più istantanea e naturale ma di preciso, in cosa consiste il loro “lavoro”? Tengono d'occhio il sito del Pentagono, scorrendo le richieste di armamenti per l'esercito. Non appena individuano ordini non troppo eclatanti poiché darebbero nell'occhio, si propongono, recuperano armi e/o munizioni e le fanno avere all'esercito. In cambio di soldi ovviamente, tanti soldi, che finalmente consentono a David e alla sua ragazza Iz di vivere una vita agiata perché si sa, i soldi non fanno la felicità ma aiutano! Successivamente i due incappano in un ordine consistente e lo portano a termine con successo, rischiando la vita nel “triangolo della morte”, ovvero la strada che porta da Amman a Baghdad, e consegnando ad un misterioso capitano dell'esercito un consistente numero di pistole Beretta arrivate fresche fresche dall'Italia.

Il nome della loro società inizia a circolare e a breve, ecco il colpo del secolo: un ordine da svariati milioni di dollari che i due non esitano ad accaparrarsi, mettendosi in combutta con un noto trafficante d'armi interpretato da Bradley Cooper, già protagonista della trilogia sopra citata, qui anche in veste di produttore con la neonata compagnia Joint Effort. Ma, come si suol dire, il gioco è bello quando dura poco e i guai sono dietro l'angolo, pronti a gettare i protagonisti e la loro società in pasto a gente molto armata e molto arrabbiata, in pasto alla stampa e soprattutto in pasto all'FBI.

Questa, sostanzialmente è la trama del film ma passiamo a ciò che realmente implicano le vicende narrate: innanzitutto non si tratta di un film di guerra ma di un'opera che fa luce su ciò che sta dietro le guerre. Principalmente soldi, in quantità esorbitanti. Basti pensare che ogni soldato americano ha circa 17.500 dollari addosso tra equipaggiamento e munizioni. E tutte queste armi e questi proiettili, da dove provengono? Todd Phillips, folgorato dall'articolo di Guy Lawson, Arms and the dudes, comparso nel 2011 sulla rivista Rolling Stones, ce lo spiega con il suo film. Durante l'amministrazione Bush infatti, i contratti senza gara per rifornire le guerre in Iraq e Afghanistan, venivano affidati unicamente a grosse società che, fondamentalmente, approfittavano della guerra per arricchirsi. In seguito a numerose critiche, il governo decise di istituire la FedBizOpps, acronimo che sta per Operazioni Commerciali Federali, che avrebbe aperto a chiunque le aste sui contratti militari.

Metti dunque due giovani esaltati e avventurosi, desiderosi di fare soldi e pronti a salire su un camion per attraversare zone di guerra e il gioco è fatto. Efraim Diveroli e David Packouz – il vero David canta in una breve scena all'inizio del film – entrano in scena più scatenati che mai. Perché sì, in America succede anche questo.

Il nuovo film di Phillips parla di denaro, corruzione e di quel sogno americano che i due amici inseguono senza farsi troppi scrupoli, pensando solo a farsi un nome e a godersi gli agi derivati dalla loro attività, unendo abilmente l'iniziativa poco nota del governo americano con la loro giovane età, la loro scaltrezza e la loro ingenuità. Un mix letale.

Guidati dal mito di Scarface, simbolo di truffa e zero regole, e ambientato anch'esso a Miami – un'enorme tela con Al Pacino che impugna una pistola sovrasta l'ufficio di Efraim -, i due protagonisti si impelagano in qualcosa che va oltre le loro possibilità, regalando al pubblico un'opera surreale, intrigante e spassosa al tempo stesso.

Todd Phillips, per mezzo di una regia fatta di trovate stilistiche accattivanti, di frasi che scandiscono il susseguirsi delle vicende e di fermi immagine che sembrano bloccare i personaggi in istantanee di pura follia, racconta la sua nuova storia in maniera assai coinvolgente, passando dal tono iniziale più leggero al dramma e al thriller, abilmente miscelati tra loro in un crescendo di tensione.

Tornano Bradley Cooper e Las Vegas, ripresa dall'alto di notte, sfavillante come non mai, e torna la colonna sonora travolgente, tipica dei film di Phillips. Da Wish you were here dei Pink Floyd fino a What is love di Haddaway, passando per Red red wine degli UB40 e per la Carmen di Bizet, i brani scelti dal compositore Cliff Martinez accompagnano in maniera briosa l'esplosivo Jonah Hill e il giovane Miles Teller, volto della nota serie Divergent.

Interessante e accattivante, Trafficanti è un brillante esempio del detto "squadra che vince, non si cambia”. Meno goliardico di Una notte da leoni e seguenti ma assai illuminante su una questione sempre attuale quale, purtroppo, la guerra.

Piccola curiosità finale: c'è una scena in cui Teller è su un volo di linea, diretto verso gli Stati Uniti. Il film proiettato è, udite udite, Frankenstein Junior. Vista la recentissima scomparsa di gene Wilder, è proprio il caso di dire che mai omaggio fu più azzeccato di questo!