Transformers - L'ultimo cavaliere: Bay fa la "manita"

Alzi la mano chi avrebbe mai detto, nel “lontano” 2007 che Michael Bay avrebbe portato avanti ben 5 film dei Transformers, roba che nemmeno Peter Jackson…
Comunque eccoci qui alla seconda volta di Mark Wahlberg, che quando si tratta di brandire un’arma non ha rivali, anche se gli hanno decostruito tutto il cast di controno, ad eccezione dell’eccezionale Stanley Tucci nelle vesti di Merlino.
 
Partiamo dal medioevo in stile Braveheart, dove Artù e i suoi cavalieri, si picchiano selvaggiamente con un’orda di Pitti… soccombendo. Almeno finché non arriva Merlino con un “magico bastone” e dei transformers medioevali.
Ecco il bastone sarà il centro del tutto: di un’organizzazione, in stile Kingsman/L’Ultimo dei Templari, che si passa i segreti, di una cospirazione pseudo-Borg (si quelli di Star Trek) per assimilare la Terra, di un sanguinoso confronto finale sulle spiagge di Omaha Cybertron come vuole il Soldato Ryan.
Si, insomma dentro questo Ultimo Cavaliere c’è molto cinema d’azione, per una volta potremmo dire che Bay saccheggia gli altri, visto che di solito avviene il contrario, perché tutti sappiamo che il Bayhem non si batte.
 
Per i profani il Bayhem è quello che il pubblico cerca nei film del cineasta californiano che di fatto è in grado di fomentare lo spettatore come pochi, pochissimi al mondo. Che le sue trame siano discutibilissime, non c’è nemmeno da dirlo, che le sue battute siano sempre all’insegna del “ce l’ho più lungo io nemmeno”, ma come muove la cinepresa lui e, soprattutto, come monta una scena d’azione… non ce n’è per nessuno.
Le donne nei film di Bay sono funzionali ad aumentare la carica di testosterone dello spettatore: bone, praticamente nude (si sono vestite, ma solo con cose super attillate), riprese sempre in modo da sparare la libido a mille… in realtà c’è solo un’altra cosa a cui Bay è più legato: la bandiera a stelle e strisce e la sua potentissima macchina bellica.
I jet in volo in traiettorie assurde non si contano nemmeno, la quantità di soldati che è possibili schierare sul campo in meno di un minuto è seconda solo alle possibilità di Cesare e le sue legioni. Tutti si danno grandi pacche sulle spalle quando un qualche missile / bomba / ordigno devasta il bersaglio con precisione millimetrica del tipo: decepticon distrutto, mamma con bambino impolverata… solo leggermente.
 
Ma torniamo a noi, le regole del franchise ci sono tutte:
durata superiore ai 150 minuti;
un nuovo mirabolante set di Transformers (Hasbro ringrazia);
un donna con labbra “canottate” e vestiti sexy;
soldati, tanti, armati, pesantemente;
un eroe suo malgrado;
bandiere americane (molte);
un attacco aereo chiamato a distanza con puntatori laser;
degli scettici rompipalle, che poi capiscono di essere degli scettici rompipalle (ma non era colpa loro) e diventano aiutanti fighissimi;
Optimus Prime che passa dalla modalità “inutile” a qulla “spada della giustizia divina”;
molte riprese circolari con cinepresa che sale dal basso verso l’alto e oggetti in movimento.
 
E’ figo? Si, è figo! I robot menano, scoppi a profusione, buchi narrativi di cui non frega nulla a nessuno e sequenze memorabili.