Un Natale al sud

In maniera analoga a ciò che accadde nel 2002 in Natale sul Nilo di Neri Parenti, sotto la regia dell’esordiente dietro la macchina da presa – ma con una lunga carriera di assistente alle spalle – Federico Marsicano, Massimo Boldi veste i panni di un carabiniere milanese affiancato dal napoletano Biagio Izzo, il quale, però, ricopre stavolta il ruolo di un fioraio che, insieme alla moglie Barbara Tabita, festeggia il Natale nella stessa località turistica del primo, accoppiato con Debora Villa. Ma, sebbene il titolo della circa ora e mezza di visione sia Un Natale al sud, soltanto in minima parte si svolge a fine Dicembre, in quanto il plot ruota attorno all’evento annuale di ritrovo degli utenti di una app per incontri che ha fatto sbocciare l’”amore virtuale” tra i figli dei due citati protagonisti e altrettante coetanee mai viste di persona in vita loro, ovvero gli youtuber Riccardo Dose e Simone Paciello e Giulia Penna e Ludovica Bizzaglia. Evento dove i genitori li iscrivono proprio per far sì che termini il rapporto via internet, ritrovandosi, però, a mettere in crisi i loro stessi matrimoni; man mano che si avvicendano diversi personaggi spazianti da un web influencer con le fattezze di Paolo Conticini ad una fashion blogger single che, interpretata dalla cantante Anna Tatangelo al suo debutto sul grande schermo, si trasforma in donna passionale dopo aver assunto casualmente la curiosa “pillola della felicità”. Imprevisto, quest’ultimo, utile proprio a generare un equivoco con l’ex Cipollino, ma che, come bene o male tutto il resto dell’operazione, finisce non poco per rievocare il sapore di una più che sorpassata comicità da avanspettacolo, difficilmente capace di riuscire ancora a strappare risate nel XXI secolo.

E, se una irrilevante Paola Caruso (la Bonas della trasmissione televisiva Avanti un altro) fa la spogliarellista di burlesque in cerca d’amore omaggiando anche il mitico strip di Kim Basinger in 9 settimane e ½, il campionario trash verbale e fisiologico – con immancabili peti – viene affidato a un Enzo Salvi sempre più banalmente ripetitivo e che, qui autista romano in cerca di avventure Galanti, è corteggiato in continuazione dalla spazzina ciociara Loredana De Nardis. Al servizio di un tanto insulso quanto noioso agglomerato di tutt’altro che divertenti situazioni facilmente giudicabile in qualità di peggiore dei Boldi movie sfornati dopo la separazione da Filmauro e dallo storico partner Christian De Sica... tanto più che provvede un inaccettabile epilogo dagli intenti cinematografici a renderlo ancor più irritante.