A Ciambra (2017)

4 Settembre 2017    12:31

flyanto1

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"A Ciambra" sta indicare il quartiere nella città di Gioia Tauro in Calabria dove risiede la popolazione rom. Come tutti i rom essi vivono in grandi famiglie. o clan, e questo omonimo film, come un documentario, racconta la vita quotidiana di un ragazzino rom di 14 anni di nome Francesco Pio. Abituato sin dalla sua più tenera infanzia a seguire l'esempio dei suoi familiari più anziani, egli non va a scuola (infatti non sa nemmeno leggere) e trascorre le proprie giornate compiendo furtarelli ed altre azioni perseguibili dalla legge. Quando il il padre ed il fratello maggiore vengono arrestati, tocca a lui provvedere alla numerosa famiglia, diventando sempre più abile ed esperto nell'arte del delinquere a tal punto che, quando i suoi familiari usciranno dalla prigione, il fratello lo affilierà direttamente alla sua banda di complici, aprendo così al ragazzo la strada della criminalità vera e propria. 
Come Michele Santoro ha già fatto nel suo ultimo film "Robinù", e così svariati altri registi ancor prima, anche il giovane Jonas Carpignano documenta la vita quotidiana dei ragazzi emarginati, nello specifico di un adolescente della comunità rom. Senza emettere alcun giudizio morale a riguardo, Carpignano si limita solamente a descrivere attraverso le immagini della sua pellicola la quotidianità di un ragazzino a cui è stata rubata principalmente la propria infanzia a favore di un futuro teso verso una delinquenza certa. Quello che più impressiona di questo film è come il protagonista Pio sia stato allevato sin da piccolo secondo assai discutibili principi morali e come pertanto, per lui sia giusto e normale, per non dire "doveroso" nei confronti del proprio clan, vivere in una maniera alquanto sbandata. Con un futuro sicuro da pregiudicato il giovane muove i suoi passi verso uno stile di vita spietato che gli fa soffocare e cancellare definitivamente quei minimi barlumi di "umanità" e solidarietà che egli ogni tanto prova per qualcuno, si veda, per esempio, il suo attaccamento nei confronti di un giovane di colore che quasi egli considera come un fratello maggiore. Già con il suo primo lungometraggio "Mediterranea" dove descriveva l'odissea vissuta da un giovane del Burkina Faso approdato in Italia, Carpignano ha raccontato la realtà degli individui disagiati ed emarginati e tutte le loro svariate problematiche, ora, anche in "A Ciambra", non si discosta dal tema sociale che, ripeto, non giudica ma solamente presenta in maniera obiettiva e molto dettagliatamente a guisa di documento sociale. Film, dunque, asciutto ed assai crudo per la sua tematica, per non dire addirittura scomodo, esso si rivela molto interessante, sebbene non riveli nulla di nuovo concernente la vita di svariate persone allo sbando. 
Vi è da rimarcare positivamente l' efficace interpretazione del giovane protagonista Francesco Pio Amato che, insieme a tutta la sua numerosissima famiglia, ha preso parte alle riprese sebbene, poi, non abbia fatto altro che replicare la propria vita di tutti i giorni.
Interessante.