7 Maggio 2018    17:18

flyanto1

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"Dopo la Guerra" è un film che, come si evince dal titolo stesso, presenta la situazione che si ripercuote dopo un certo avvenimento di natura drammatica, per non dire addirittura violenta. Infatti, in seguito all'inizio del nuovo millennio al cambiamento da parte del Presidente francese Francois Mitterand della legge concernente i rifugiati politici in Francia che negli anni '70/'80 concedeva loro asilo politico e cittadinanza francese purchè rispettanti le leggi d'Oltralpe, ora essa, cambiata,  prevede il loro immediato rimpatrio con conseguente condanna. Ciò è quello che teme, e soprattutto vuole evitare, il protagonista del film (Giovanni Battiston) che, terrorista, appunto, negli anni'70, si è rifugiato in Francia, ricostruendosi una vita con una moglie francese, morta però anzitempo, ed una figlia ora quasi diciottenne. Dall'altra parte, in Italia, è rimasta la sua famiglia d'origine composta dalla madre e dalla sorella , sposata ad un giudice e con una bimba, su cui, la nuova legge francese al momento fa confluire le reazioni malevole, per non dire intimidatorie e violente, da parte di tutti coloro che non hanno mai scordato la passata attività terroristica del fratello. Ciò, pertanto, comporterà al giudice di doversi sollevare da una meritata promozione professionale, alla sorella di venire sospesa, per volere dei genitori degli alunni, dalla scuola dove insegna Lettere ed all'anziana madre di rivivere dolorosi ricordi legati alla deplorevole attività del figlio ed alla sua forzata  lontananza dalla famiglia. Allo stesso modo il malessere, unito alla riluttanza ad accettare questa nuova condizione, coinvolgerà direttamente anche l'innocente giovane figlia del terrorista protagonista la quale, come programmato dal padre, sarà costretta a lasciare la Francia, la propria scuola ed i relativi amici al fine di scappare clandestinamente in Sud America. Il destino risolverà per tutti la quanto mai difficile situazione.....

Pur essendo un'opera prima, "Dopo la Guerra" di Annarita Zambrano risulta una pellicola quanto mai riuscita e quanto mai toccante. La regista, infatti, riesce ben a rappresentare le reazioni ed il coinvolgimento che hanno i vari protagonisti della storia: qui non si giudica affatto l'operato o meno del protagonista terrorista e, pertanto, non vi sono manifestati espressamente giudizi morali, ma solo, ripeto, la rappresentazione degli stati d'animo e della condizione  che essi stanno vivendo come ripercussione ai vari eventi e, nel caso specifico, al cambiamento della legge in Francia. Una condizione, alquanto dolorosa e difficile da sopportare e da affrontare per tutti, colpevoli e non.

Convincente la recitazione nel proprio ruolo drammatico di ex-terrorista di Giovanni Battiston come anche quella dell' esordiente e giovanissima Charlotte Cétaire nella parte della figlia.

Insomma, un'opera intimistica molto ben diretta e presentata che va dritta al cuore dello spettatore, inducendolo anche a riflettere seriamente.