Don’t Worry (2018)

4 Settembre 2018    16:26

flyanto1

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Il regista Gus Van Sant ritorna nelle sale cinematografiche con la sua ultima opera “Don’t Worry” in cui ancora una volta analizza un determinato aspetto della realtà e qui, più precisamente, quello di un uomo che in seguito alla sua dipendenza dall’alcol rimane coinvolto in un incidente stradale e da questo momento in poi sarà costretto a vivere su una sedia a rotelle. E’così che lo spettatore inizia a conoscere più a fondo il protagonista (il reale fumettista John Callahan ottimamente  interpretato da Joaquin Phoenix) ed a seguirlo nel suo difficilissimo e lunghissimo iter di riabilitazione fisica e psicologica. Attraverso dei flash back si assiste alla vita quotidiana dell’uomo caratterizzata dall’uso smodato di alcol come impulso di rabbia e di ritorsione nei confronti delle proprie vicende personali. Nel difficile e lungo percorso che egli, invece, è costretto ad intraprendere dopo l’incidente che gli ha causato la quasi totale infermità fisica, si segue il protagonista sempre più rabbioso e rancoroso nei confronti della nuova personale condizione di paraplegico che lo limita in tutto e per la quale deve dipendere costantemente da un aiuto esterno. Ma grazie all’aiuto di uno dei tanti gruppi di sostegno che l’uomo, sia pure malvolentieri all’inizio, inizia a seguire, egli riuscirà piano piano a superare il suo periodo difficile e soprattutto a comprendere di incanalare le proprie forze fisiche e mentali dietro a ciò che più gli piace e verso cui sembrerebbe avere anche un certo talento. E’ così egli incomincerà a dedicarsi seriamente ed a tempo pieno a disegnare delle vignette sarcastiche ed a pubblicarle in qualche quotidiano, raggiungendo poi nel tempo anche un certo successo e notorietà.

Nel complesso “Don’t Worry”, si accomuna a tantissime pellicole precedenti trattanti più o meno lo stesso tema e, cioè, la rinascita di un individuo dopo un periodo lungo e travagliato periodo caratterizzato da un forte dipendenza da sostanze nocive, ma Gus Van Sant riesce in un certo senso a rendere più particolare la propria opera rispetto alle altre perchè riesce a rappresentare molto efficacemente e realisticamente l’intero percorso psicologico del protagonista ponendo l’accento soprattutto sulla sua nuova consapevolezza di sé e dell’esistenza in generale a cui l’uomo finalmente giunge, fungendo anche come una sorta di insegnamento morale su cui riflettere a fondo.

La regia di Van Sant, come sempre, è diretta e cruda e l’interpretazione di Joaquin Phoenix, ripeto,  altamente efficace e realistica grazie anche alla trasformazione fisica ottenuta col trucco.

Interessante sebbene non allegro.