30 Giugno 2018    17:52

flyanto1

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Tra le molteplici pellicole affrontanti il serio e delicato tema delle violenze domestiche è da segnalare “L’Affido” del regista Xavier Legrand (II). Opera prima di successo tale da meritarle a ben agione il Leone d’Argento al Festival del Cinema di Venezia lo scorso anno, racconta di una coppia di genitori che si sta separando a causa delle reazioni violente da parte del marito, sia con la moglie che con i due figli, una ragazza di 18 anni ed un bambino di circa 11. La violenza dell’uomo viene da lui indirizzata particolarmente verso quest’ultimo ancora minorenne e, dunque, obbligato a trascorrere con il violento padre i weekends stabiliti dal tribunale. E’ una violenza psicologica, più che fisica, che il suddetto genitore manifesta in maniera, a volte evidente, a volte subdola e sottile incutendo nel ragazzino ugualmente paura, per non dire terrore vero e proprio, e facendo ricorso a dei dinieghi, ad insulti ed a male parole espresse a voce alta. La situazione deflagra irreversibilmente quando l’uomo, nel corso delle settimane tenta anche ossessivamente una riconciliazione con l’ormai ex-moglie (peraltro da lei sempre negata) giungendo così alle minacce vere e proprie che mettono in pericolo sia la madre che il figlio.

Una storia senza alcun dubbio terribile, forte e, purtroppo, ormai quanto mai vera nella realtà che Legrand riesce ben a rappresentare in tutta la sua violenza e crudezza. La tempistica del suo svolgersi è perfetta e con un crescendo che arriva ad un climax estremo ed inevitabile a cui, inoltre, il regista approda anche attraverso la presentazione lucida ed oggettiva del background familiare in cui vivono ed hanno vissuto i protagonisti. Insomma, Legrand non tralascia nulla e la sua pellicola risulta completa e soddisfacente in ogni sua parte. Inoltre, ciò che contribuisce alla riuscita del film è anche la sua scelta degli attori: poco conosciuti da noi, ma più popolari in Francia, essi interpretano ottimamente  il proprio ruolo riuscendo perfettamente ad esprimere il loro carattere non solo attraverso la gestualità ed i dialoghi, bensì anche attraverso le espressioni del volto o del solo sguardo, e riguardo a ciò soprattutto coloro che impersonano il padre ed il figlio.

Del tutto lodevole ed altamente  consigliato.