5 Settembre 2017    12:25

flyanto1

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Film "nostrano" del giovane regista Salvatore Allocca, "Taranta on the Road" è un road movie, come si può evincere,. del resto, dal titolo, che racconta il viaggio dalla Puglia sino a Ventimiglia, presso il confine con la Francia, che intraprendono i 5 personaggi della storia. Ai tre musicisti di una band scalcinata locale che si esibiscono nelle piazze delle varie zone del Salento durante le sagre paesane o durante le cerimonie di matrimonio, si uniscono per caso due giovani tunisini, un uomo ed una donna, che, appena sbarcati sulle coste italiane clandestinamente, devono cercare di eludere a tutti i costi la Polizia perchè senza documenti al fine di raggiungere le mete prefissatesi, come l'Inghilterra uno e la Francia l'altra. Entrati in contatto casualmente con i tre suddetti musicisti, essi vengono aiutati da questi che, provvisti di buon cuore e nessun pregiudizio, offrono loro un passaggio sul proprio pulmino. Nel corso delle giornate che essi trascorreranno insieme sino al confine francese, succederanno vari avvenimenti che porteranno tutti i protagonisti a legarsi affettivamente sempre di più sino alla fine del viaggio quando dovranno separarsi definitivamente e si indirizzeranno verso un futuro che si presenta alquanto incerto per tutti.
Molto piacevole a seguirsi, "Taranta on the Road" è una commedia agro-dolce che, attraverso la celebrazione di tradizioni locali quali, appunto, la danza pugliese della Taranta, tratta il tema del disagio e delle difficoltà che gli immigrati devono affrontare e che, di volta involta, incontrano e devono superare, pregiudizi compresi. Chiaramente teso a dimostrare tesi ed un giudizi positivi sul fenomeno dell'immigrazione, il film si evolve in maniera alquanto simpatica ed accattivante, presentando sullo schermo i 5 personaggi, più quelli di contorno, con i propri problemi, paure e caratteristiche varie, in cui lo spettatore quasi si immedesima come se partecipasse anch' egli stesso ala storia raccontata. Non mancano così momenti di seria riflessione concernente sia le problematiche degli immigrati che quelle personali di ciascun individuo, come episodi più leggeri ed esilaranti che alleviano notevolmente lo spirito generale della vicenda. 
Non un capolavoro ma certamente assai gradevole e pertanto consigliabile.