16 Gennaio 2018    16:53

flyanto1

0,0   (su 0 voti)

Accedi per votare!

I tre manifesti a cui il titolo del film ("Tre Manifesti a Ebbing, MIssouri") si riferisce sono i cartelloni che una madre, disperata, fa affiggere sulla strada che porta al suddetto paese, al posto dei cartelloni pubblicitari, come monito ed allo stesso tempo incitamento alla Polizia locale a condurre in maniera decisa e seria le indagini per trovare il colpevole che le ha violentato ed ucciso la figlia adolescente. Secondo la donna, infatti, le Forze dell'Ordine non si sono affatto preoccupate a dovere del caso che hanno, invece, condotto in maniera superficiale e sbrigativa e pertanto ella si trova costretta ad arrivare a quest'ultimo, e quanto mai singolare, tentativo dei cartelli al fine di spronare i 'cops' a renderle giustizia. Ma la protagonista incontra soltanto una forte ostilità da parte di quasi tutto il paese in cui vive, esponenti della Polizia compresi (ad eccezione del più umano e comprensivo capo), e pertanto ella si trova costretta lottare strenuamente da sola contro tutti. Vari eventi si susseguiranno in un crescendo sempre maggiore inaspettato e rivelatore di bassezze umane.
Il regista Martin Mc Donagh, già autore dell'ottimo e riuscitissimo suo esordio "In Bruges", torna sullo schermo con questa commedia "dark" , estremamente drammatica nel contenuto e framezzata da una costante, intelligente ed acuta ironia. La disperazione della protagonista, peraltro magnificamente interpretata dall'attrice Frances Mc Dormand, viene 'stemperata' dai dialoghi brillanti, diretti e spesso coloriti di espressioni forti, e, anche se le situazioni sono tragiche, l'andamento in sè dell'intera storia acquista un andamento più lieve che però non trascura e tralascia mai la drammaticità di fondo degli eventi. Insomma, un perfetto equilibrio tra dramma e commedia allo stesso tempo. Il cast di attori, inoltre, si rivela per intero all'altezza dei ruoli con la Dormand che, ovviamente, spicca notevolmente su tutti tanto da meritare il Golden Globe ed essere candidata alla futura cerimonia degli Oscar. Ma anche Woody Harrelson, il capo della Polizia e Sam Rockwell, il poliziotto violento e razzista, ben sostengono il confronto con la Dormand. Insomma, un film eccellente (meritatissima la premiazione all'ultimo Festival di Venezia) in cui anche gli avvenimenti vengono ben presentati e scanditi in una tempistica ideale e sempre in evoluzione crescente che tiene vivo quanto mai l'interesse dello spettatore.
Del tutto consigliabile