L’ambiente in vetta: "Samuel in the clouds" vince il 65° Trento Film Festival. Ecco tutti i vincitori

Samuel in the clouds del regista belga Pieter Van Eecke, una straordinaria e commovente storia ambientata in Boliviae e legata alle conseguenze dei cambiamenti climatici, è il film vincitore del 65. Trento Film Festival.

La giuria internazionale composta da Timothy Allen (fotografo e regista) Gilles Chappaz (giornalista e regista), Fridrik Thor Fridriksson (regista e produttore cinematografico) Anastasia Plazzotta (produttrice e distributrice cinematografica) e Andrea Segre (regista), ha assegnato all’opera la prestigiosa Genziana d’oro miglior film – Gran Premio città di Trento, con la seguente motivazione: “Un personaggio unico e universale allo stesso tempo, raccontato con grande coerenza estetica e profondo rispetto umano, in uno stile documentario puro e onesto che ci aiuta a riflettere su un tema di grande urgenza”. Il film di Van Eecke racconta la storia di Samuel, l’anziano gestore della stazione sciistica del monte Chacaltaya in Bolivia, una delle più alte al mondo, ormai dismessa a causa della scomparsa delle nevi perenni dovute all’assenza di precipitazioni e all’aumento delle temperature anche durante il periodo invernale. Ma Samuel, nonostante le previsioni negative dei climatologi, non demorde e spera sempre in un ritorno della neve, accogliendo ogni giorno i turisti in arrivo da tutto il mondo, attratti dal meraviglioso panorama che si domina dalla cima della montagna, portando avanti la sua attività con amore, semplicità e passione, così come ha fatto per decenni. Aspettando e sperando di vedere nuovamente imbiancata la “sua” montagna.

La Genziana d’oro miglior film di alpinismo – Premio del Club Alpino Italiano è stata invece assegnata al documentario Dhaulagiri, ascenso a la Montaña Blanca di Christian Harbaruk e Guillermo Glass con la seguente motivazione:  “Tra i pochi film del concorso in questa categoria, la Giuria ha voluto dare un riconoscimento all’umiltà, alla sobrietà e alla correttezza etica con cui il regista e i protagonisti hanno ricostruito la loro drammatica spedizione in stile alpino”.

Il premio Genziana d’oro miglior film di esplorazione o avventura – Premio Città di Bolzano è andato al documentario Diving into the unknown di Juan Reina. La giuria ha assegnato il premio con la seguente motivazione: “Quando un’avventura sportiva si trasforma in dramma ci si chiede quale sia il senso di una passione comune e come si possa mettere la propria vita in gioco per amicizia e rispetto reciproco. Un film che esplora le profondità dell’animo nordico, una lezione sulla cultura dell'impegno. Una storia incredibile, straziante e coinvolgente”. 

La Genziana d’argento miglior contributo tecnico-artistico è stata assegnata a Life in four elements di Natalie Halla con la seguente motivazione: “Un’eccellenza tanto tecnica quanto artistica, una meravigliosa fusione tra racconto epico e intimi incontri, visivamente incantevole”.

La Genziana d’argento miglior cortometraggio è andata a The Botanist di Maxime-Lacoste Lebuis e Maude Plante-Husaruk con la seguente motivazione: “L’intenso ritratto di un uomo la cui storia non è solo personale ma è quella di un intero paese. Il potente ritratto di un villaggio remoto che per trenta minuti diventa il centro del nostro mondo, nel quale vorremmo rimanere più a lungo, insieme al protagonista, senza dimenticare che “non è dalla sua fronte che si possono giudicare i pensieri di un uomo". 

Il Premio della Giuria è andato a Gulîstan, land of roses di Zaynê Akyol. La motivazione della giuria è stata la seguente: “L’ultima scena rimarrà con noi a lungo. Un esempio meravigliosamente intimo e commovente di cinema documentario”.

Infine Menzione speciale a Becoming Who I Was di Chang-yong Moon, Jin Jeon con la seguente motivazione: “Sono tempi in cui è più che mai necessario rispettare la fede di ognuno. Questo film ci insegna che dovremmo tutti seguire ciò in cui crediamo, per quanto difficile possa essere raggiungere i nostri scopi”.