SEMINCI 2019: 64ª edizione della Semana Internacional de Cine de Valladolid. Giorno 6

Cinema al femminile e di origine nordafricana oggi in concorso alla 64° SEMINCI di Valladolid. Papicha dell’algerina Mounia Meddour ci porta ad Algeri negli Anni Novanta durante la guerra civile e illustra la lotta di una studentessa per l’emancipazione della donna e dei costumi in un momento di oscurantismo. Nedjima, 18 anni, frequenta l’università, ha talento per disegnare nuovi vestiti e vuole organizzare una sfilata di moda. Alloggiata nell’universitá, di notte supera il filo spinato che circonda l’edificio per recarsi con l’amica Wassila in una discoteca dove vende i suoi modelli. Sorrette dal fondamentalismo arrembante gruppi di fanatiche religiose irrompono nell’universitá per imporre alle donne l’uso obligatorio dell’hijab e sequestrano un professore perché sta insegnando una lingua straniera. Tuttavia Nedjima persiste nella sua attivitá, ma l’eliminazione della sorella, reporter della televisione, le fa capire che ormai si tratta di vita o di morte. Lei che rifiuta di recarsi all’estero perché la vera battaglia si combatte ad Algeri, ha deciso di battersi per affermare in patria ideali di libertá e di emancipazione. E non si arrende neanche quando un’irruzione di donne infuriate distrugge tutti i suoi modelli, le stoffe e gli strumenti di lavoro. La sfilata si fará, all’interno dell’universitá, e le colleghe prenderanno coraggio dalla riuscita dell’iniziativa.  

   Prodotto da Francia, Algeria e Belgio, il film dura 105 minuti e prende spunto da fatti reali, all’inizio degli Anni Novanta, quando Mounia Meddour, allora diciottenne, e la famiglia dovettero riparare in Francia per sfuggire alle persecuzioni dei radicalisti islamici. A Parigi seguí i corsi di regia della Fémis, realizzando poi documentari e cortometraggi. Con Papicha (cos¡ venivano chiamate le ragazze di Algeri) esordisce nel lungometraggio gettando uno sguardo sulla gioventú dell’epoca descrivendo giovanotti strettamente legati alla tradizione, radicaliste assatanate e studentesse alla ricerca della modernitá.

   Esordisce nel lungometraggio anche Maryam Touzani, nativa di Tangeri, e con studi universitari a Londra. Autrice di corti premiati in alcuni Festival, e collaboratrice col marito, il regista Nabil Ayouch, nella stesura di sceneggiature, presenta in concorso Adam, storia di due donne. Abla, giovane vedova con una bambina di otto anni, Warda, gestisce una piccola pasticceria casalinga in un vicolo di Casablanca. Lavoratrice, mantiene i contatti essenziali con i fornitori, e aiuta la figlia nello svolgimento dei compiti scolastici. Quando Samia, una giovane incinta bussa alla sua porta alla ricerca di un lavoro e di un tetto, si dice dispiaciuta di non poterla accogliere. La bambina, peró, dimostra molta simpatia per la sconosciuta, e la madre ha problemi di coscienza quando svegliandosi durante la notte scorge la ragazza seduta sui gradini della casa di fronte. Decide di ospitarla per una sola notte, poi non ha cuore per metterla alla porta e le offre ancora un paio di giorni di ospitalità. Alla serietá quasi spartana di Abla si contrappone il carattere gioioso e ottimista di Samia, che tra l’altro è esperta nella preparazione di dolci, offre la sua collaborazione ed entra a far parte della famiglia. E`un momento straordinario per Abla, che incrementa le vendite e che apprende dall’altra un comportamento più aperto cominciando a uscire dal lutto per il marito, scomparso giá da tempo. La vicenda ha una svolta quando Samia partorisce: il bambino è sano e vivace, ma lei si trova davanti al dilemma di allevarlo come un bastardo, o di darlo in adozione a una famiglia che lo allevi come un figlio proprio. 

   Girato totalmente in un interno, (98 minuti) con due attrici accattivanti, Nisrin Erradi e Lubna Azabal, il film procede con lentezza per descrivere il mutato atteggiamento di Abla nei confronti della sconosciuta e il suo riscoprirsi donna giovane e con tutta una nuova vita da costruirsi. Samia non cambia: concreta, ottimista, cosciente che niente le è dovuto, procede con coraggio in un mondo che sa non esserle particolarmente amico. 

   In concorso anche un terzo film al femminile, la storia di due sorelle nel film del brasiliano Karim Ainouz, La vita invisibile di Euridice Gusmão, film già distribuito in Italia.

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