Impressioni dal Festival di Sitges - Day 4

Affermatosi negli anni Novanta con film quali Cure (Cura) 1997, Charisma (Carisma) 1999, Pulse (Impulso) 2001, Kiyoshi Kurosawa è considerato uno dei maestri del cinema fantastico. Oggi, a sessant’anni, il regista ha presentato in concorso al 49° Festival Internacional de Cinema Fantàstic de Catalunya Creepy (Raccapricciante), un thriller di 130 minuti. Si apre col giovane ispettore di polizia Takakura che tenta di far ragionare un killer psicopatico che ha in mano un ostaggio. Non ci riesce: l’ostaggio viene ucciso e il killer eliminato. Deluso, l’ispettore decide di insegnare criminologia. Cambia professione e cambia anche casa.
Il trasloco non è indolore. La moglie tenta di accattivarsi i vicini, ma senza successo. Un’anziana signora le dice che la politica del buon vicinato non funziona: è meglio che ognuno si preoccupi della propria casa. Un vicino, invece, dopo essersi mostrato rozzo e scostante, scambia visite e accetta anche un invito a cena. Mellifluo e sfuggente, il vicino insospettisce Takakura che pur avendo lasciato la polizia è sollecitato da un collega per indagare sulla scomparsa di due famiglie avvenuta sei anni prima.
Puzzle o mosaico che si compone pezzo per pezzo, il film ha come protagonista una sorta di angelo caduto, un giovane deluso che si riattiva perché le circostanze e il comportamento della moglie necessitano il suo intervento, e come antagonista un manipolatore, un asociale che sembra aver elevato a sistema una fredda follia. I colpi di scena si susseguono lentamente fino all’epilogo illuminante e decisamente macabro.

In concorso anche il film che ha chiuso la Quinzaine a Cannes, Dog eat dog (Cane mangia cane) di Paul Schrader dal romanzo di Edward Bunker e con tre protagonisti in cartello: Nicolas Cage, Willem Dafoe, Christopher Matthew Cook. Nasce da un progetto che Schrader e Cage avevano in mente fin dai tempi di Reservoir Dogs e diventa un film nero, molto nero e assolutamente incorretto. Tutto in 95 minuti, ma densi di sconforto, di illusioni e di morti. Troy, Mad Dog e Diesel si sono conosciuti in carcere. Ora sono liberi e devono organizzare un colpo per tornare nel giro. Un boss, amico di Troy, gli chiede di sequestrare un bebé per chiedere il riscatto al padre, noto imprenditore. Durante il sequestro uccidono proprio il padre creando una situazione insostenibile: un morto, niente denaro e problemi col boss che è all’origine dei fatti.
Al di là dell’intreccio, il film descrive il profilo di tre disadattati. Senza controllo lo psicopatico Mad Dog, (Willem Dafoe), bisognoso d’affetto e petulante fino all’esasperazione per il quale affermare che ha il grilletto facile sarebbe soltanto un eufemismo. Responsabile invece Troy, (Nicolas Cage), quello che tira i fili ma che è stato anche vittima di ingiustizie che pongono un limite alla sua pazienza. Più misurato Diesel, buon compagno ed esecutore, temperato dalle durezze del carcere. Si direbbe che Paul Schrader si diverta a scagliare tre personaggi inquieti, armati e pericolosi in seno a una società condizionata da regole e da abitudini. Il risultato è quello di tre lupi che irrompono sul gregge quando i guardiani vigilano armati.

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