Conosciamo la redazione. 2010-2019, un decennio di Cinema: i migliori film secondo Maria Cristina Caponi

2010 - Carnage
Quattro personaggi, due coppie, una sola stanza. L’opera di Roman Polanski è un ping pong di battute al fulmicotone, dove nessuno fa una bella figura, anzi. In questo gioco al massacro, ogni colpo sopra e sotto la cintola è consentito. Il ritmo cresce, cresce fino a raschiare tutto il marciume ben celato da questi quarantenni della middle e upper class americana.  Esattamente allora, ci accorgiamo che questi omini perbene non siedono sul divano di un appartamentino chic di Brooklyn, bensì su di un letamaio di apparenze ed egoismi. E la puzza arriva fino a noi, bucando la quarta parte del grande schermo.

2011 - The Artist
Una scommessa ultra vinta quella di Michel Hazanavicius, che anticipa di cinque anni l’esperimento di La La Land. Eppure, possiamo dire che il regista francese surclassa alla grande il collega americano, in quanto la sua prova si dimostra più radicale: rifar vivere allo spettatore smaliziato del terzo millennio la magia del cinema muto in bianco e nero. È impossibile sbadigliare guardando questo piccolo gioiello di chapliniana caratura, mentre è previdente munirsi di kleenex per sbaragliare le lacrime di divertimento e di commozione che ci accompagnano per tutta la durata del film. Menzione d’onore al piccolo attore non protagonista a quattro zampe.

2012 - Il lato positivo
Bradley Cooper e Jennifer Lawrence insieme fanno faville, aggiungeteci poi un padre burbero con il volto di quel vecchio volpone di Robert De Niro e raggiungiamo l’amplein. Commedia sentimentale e dramma malinconico si mescolano tra loro in questa storia di perdenti che, nello stringersi l’uno all’altro a passo di danza, intravedono qualcosa al di là dell’arcobaleno, qualcosa che a tutti gli altri è terribilmente precluso. Scena cult: il super ottimista Pat che letteralmente defenestra Addio alle armi di Hemingway per il suo finale votato al sad ending. 

2012  - Il sospetto
Incredibilmente claustrofobico questo film dell’autore di Festen, ambientato in un paesino danese circondato da un bosco secolare, dove gli amici di una vita trascorrono il tempo libero a cacciare e banchettare con le loro prede. Ma, stavolta, il capro espiatorio è un uomo, un insegnante, messo al bando dalla società per un semplice “sospetto”. O si tratta forse di una fantasticheria infantile? Thomas Vinterberg non si smentisce mai e fa raggelare il sangue nelle vene, accumunando una possibile vittima scolare all’olocausto certo di una vita adulta. Una riflessione fredda e crepuscolare su chi gioca a psicanalizzare l’altro.

2013 - La grande bellezza
Vincitore di un Oscar, rastrellatore di David di Donatello e trionfatore al botteghino con oltre sette milioni di euro. La grande bellezza sta a Paolo Sorrentino come La dolce vita sta a Federico Fellini: entrambi sono ritratti di una città amata e odiata, una sirena seduttrice a cui immolare la propria umanità mentre la macchina da presa vortica fra le strade e i vicoli, ritraendone ogni sublime barocchismo.  Il film è stato tanto odiato per le sue vertigini diaframmatiche tra intimo lirismo e puro surrealismo, quanto amato per la fauna di estremo decantismo ritratta in tutta la sua drammatica irriverenza. Impossibile dimenticarlo.

2014  Birdman
Solo pochi registi nell’intera storia del cinema riescono a rendere fluido e magnetico un piano sequenza com’è riuscito ad Alejandro Gonzalez Inarritu in Birdman. Non c’è una cosa fuori posto in questo film, nulla che dovrebbe essere cambiato a iniziare dalla sceneggiatura intessuta di un martellante flusso di coscienza tra il protagonista e il suo alter ego dei tempi d’oro. Michael Keaton ritorna a galla dall’oblio in cui ingiustamente era caduto, prendendosi gioco di se stesso e del suo passato da uomo pipistrello. Nel cast, oltre all’ex Batman vi è anche l’ex Hulk interpretato da Edward Norton

2015 - Non essere cattivo
L’ultima pellicola del compianto Claudio Caligari è un viaggio nella giungla quotidiana compiuto con una mano sul cuore e la sensazione sgradevole, ma viva, di un pugno allo stomaco. Sì perché Non essere cattivo è un film durissimo, che riprende lo stesso mondo al centro di Amore tossico, ma aggiungendo all’etica semi-neorealistica un impeto di vitale coinvolgimento poetico-politico. Tutto è fin troppo vero in questa storia di ragazzi di vita allo sbando, meglio di un dossier giornalistico di quelli che non se ne fanno più ormai da troppo tempo. 

2015 - Lo chiamavano Jeeg Robot
Un film sui supereroi girato a Roma? Pura fantascienza! E, invece no. L’esordiente Gabriele Mainetti firma un mini kolossal all’amatriciana sulla genesi di un eroe burino, che prima scardina i bancomat con la sua forza bruta e, poi, salva la città eterna dal più trucido dei villain. Claudio Santamaria conferma la sua bravura (semmai ce ne fosse stato bisogno); ma, a rubargli la scena c’è Luca Marinelli, che riesce a dare spessore al suo guappo di cartone.

2019 - Avengers: Endgame
Che ne dica Martin Scorsese, il finale della terza fase dei film Marvel è impegnato di tutti gli umori del cinema epico contemporaneo. D’altronde, non poteva che finire con la morte elegiaca di una delle creature più poliedriche dell’universo panteistico de “La casa delle idee”. Considerare il film dei fratelli Russo una grande abbuffata di supereroi monodimensionali fa solo sorridere e, magari, digrignare i denti per una prospettiva così riduttiva e pressappochista. Complimenti agli sceneggiatori che sono riusciti a riannodare tutti gli innumerevoli fili di una trama dipanatasi per ben 22 film.

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